79 d.C.: nuove interpretazioni

quando avvenne realmente l'eruzione del Vesuvio?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. AugustaLucilla
     
    .

    User deleted


    Negli ultimi anni un certo revisionismo sta prendendo piede per quel che concerne la reale collocazione dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che distrusse Pompei, Ercolano e si abbatté su molte località del golfo di Napoli. Notoriamente, infatti, l'eruzione del vulcano, documentata da Plinio e che gli costò la vita, sarebbe avvenuta in una afosa giornata di agosto, più precisamente il 24. Questa è stata la linea di pensiero fino a poco tempo fa, quando l'indagine archeologica ha rilevato esserci una serie di incongruenze che potrebbero posticipare l'eruzione del vulcano nell'ottobre di quell'anno. Perché si è arrivato a questo? Una serie di evidenze, qui citate in via generale, hanno posto in atto la questione: in prima istanza, i cibi che sono stati rinvenuti in fase di scavo quali fichi, noci, bacche di alloro ma soprattutto moltissime melegrane. Senza contare i dolia (grandi recipienti di forma tondeggiante) per la conservazione del vino appena ottenuto dalla vendemmia, ritrovati sigillati sotto lo strato di lapilli, e che, insieme ad alcune altre evidenze, hanno gettato luce sulla possibilità che l'evento catastrofico si sia scatenato in autunno. Parimenti, l'abbigliamento delle vittime dell'evento piroclastico. Sì perché molti di loro indossavano abiti pensati (ad Ercolano addirittura un cappello di pelliccia), mentre nelle abitazioni sono stati rinvenuti dei bracieri.
    Ma abiti caldi, frutta autunnale e una copiosa vendemmia bastano per postdatare il risveglio del Vesuvio?
    Chi ha cercato di confutare questa nuova linea interpretativa, ha contestato i fatti sopraccitati, definendo debole la teoria della frutta, che i romani notoriamente conservavano o del vino, che poteva costituire vendemmie anticipate (dato il clima) o vini medicati (per cure mediche). Allo stesso modo, la questione dell'abbigliamento: secondo quanto evinto dalle ipotesi vulcanologiche relative all'eruzione del 79 d.C., al momento dell'eruzione esplosiva (che, non a caso, prende il nome di Pliniana), la camera magmatica del vulcano avrebbe riversato nell'atmosfera una colonna di fumo, detriti, lapilli e pietra pomice alta oltre venti chilometri; il sole si oscurò e ciò potrebbe aver determinato un repentino abbassamento della temperatura. Una considerazione del genere, dunque, dimostrerebbe la necessità di accendere bracieri e indossare abiti caldi.
    Ancora non è possibile definire con certezza quale delle due teorie è da considerarsi veritiera, certo è che, parafrasando Bloch, se la Storia antica è davvero così tiranna da "decidere autonomamente" quando disvelare i propri segreti, la confusione creata da questo evento ne è una delle espressioni più concrete. Bisogna però sperare che, prima o poi, la Storia sia clemente con noi, come lo fu con Schliemann a Troia o con Carter in Egitto...
     
    .
0 replies since 20/10/2017, 13:39   4 views
  Share  
.